Oggi siamo con Luca Cervato, il nuovo Director della nostra Business Unit. A capo dell’organizzazione dagli uffici HQ di Zola Predosa, Luca ci ha svelato il suo background, i suoi punti di vista e delle sue aspettative per il futuro – che sarà certamente verde HUB. Continua a leggere! [English version below]
Sei in FAAC da qualche anno, giusto? Raccontaci la tua storia.
Sì, qualche anno… arrivai nel 2008 per aiutare il reparto Operations ad affrontare una stagione di crescita sia in termini di volumi che di tipologie di prodotto. Nel tempo poi siamo passati da una organizzazione che gestiva solo un mercato di tipo distributivo ad una organizzazione che gestisce mercati di distribuzione, produzioni a commessa, installazioni di impianti e manutenzioni. Un bel cambio in termini di sfide e di competenze.
Prima di FAAC, in quali settori hai lavorato?
Ho avuto esperienze abbastanza variegate. Ho iniziato come formatore nel mondo dell’elettronica. Sono passato per progettazione, produzione, pianificazione e logistica, supporto tecnico alle vendite fino ad arrivare a responsabilità di ottimizzazione dei processi aziendali. I settori: automotive, biomedicale, metalmeccanica, servizi di comunicazione e gestione dati. Non mi sono certo annoiato!
Cosa ti ha portato in HUB?
Da sempre sono affascinato dalle sfide. HUB è oggi la Business Unit che ha maggiori probabilità di porti dinnanzi a progetti e sfide complesse. Ha grandi opportunità di crescita, è in un mercato che sta affrontando cambiamenti massicci, ci sono fenomeni di aggregazione affascinanti… se si vuole vivere con l’adrenalina a mille non c’è nulla di meglio.
Qual è la tua prima impressione dell’organizzazione HUB?
Molto buona, un’interessante miscela di persone giovani e di senior con grandi competenze nel settore. Ottima energia da parte di tutti, insomma tutto ciò che serve per fare bene!
Qual è la tua routine di “attacco” alla giornata lavorativa? Come inizi?
Una routine decisamente originale: controllo la lista delle cose da fare, divido in “lunghe da risolvere” e “rapide da sistemare”. Le rapide le risolvo subito e mi rimane più tempo per concentrarmi sulle cose più complicate, con il sollievo non indifferente di avere già accorciato la lista.
“Passion” è uno dei valori di HUB: quando è stata l’ultima volta che ti sei appassionato a (imparare) qualcosa di nuovo, e cosa?
Ho già detto che mi piacciono le sfide. Sfida, per me, significa dover affrontare nuove situazioni ed essere pronto ad imparare e a metterti in discussione. Cerco di farlo tutti i giorni. Le ultime cose? Professionalmente devo dire che “imparare” HUB è una attività che mi sta appassionando molto; nel privato sono incuriosito da tutto ciò che si muove nel campo scientifico e cerco di rimanere informato.
Un leader è senza dubbio sottoposto a grande pressione. Quali sono i tuoi rituali o segreti per staccare dallo stress: piccole pause durante la giornata, o a fine settimana?
Non ho rituali speciali. Credo di essere fortunato, ritirarmi in famiglia mi permette di staccare e di ricaricare le pile. Se poi lo stress sale oltre i livelli di guardia, allora un po’ di corsa, una bella camminata o un bel giro in bicicletta sono un toccasana per scatenare nuove endorfine.
C’è una figura che ti ha sempre ispirato?
Mio padre, che mi ha trasmesso il valore del rispetto per gli altri, dell’impegno e del lavoro.
Quali sono secondo te le doti di un buon leader, e non solo un “capo”?
Domanda difficile! Se andiamo a vedere i tanti, e diversi leader della storia non riusciamo ad individuare uno o due tratti comuni. Ognuno aveva un suo modo. Se posso azzardare un parere, direi che un leader è colui che sa concepire un sogno, farlo diventare il sogno della propria squadra e che riesce a motivarla affinché il sogno si realizzi.
Raccontaci di quando avevi sei anni: chi volevi essere?
Questo vi farà sorridere. Un po’ prima dei sei anni, mi stavo preparando all’inizio della prima elementare e mi fecero la classica domanda “cosa vuoi fare da grande?” Non ci avevo ancora pensato e tergiversando un po’ risposi “voglio fare l’ingegnere!”. Scoppiarono tutti a ridere, io la presi un po’ in sfida “vi farò vedere io”. Non so se sia stato un bene o un male, ma dal quel giorno il mio obiettivo fu laurearmi in ingegneria…ed eccomi qua!
Il primo viaggio business da BU Director: sei in partenza per…?
Andrò a brevissimo negli Stati Uniti, in visita ai colleghi di Warrendale per un’attività già pianificata e di forte impatto sull’organizzazione locale in North America. Troverò senza dubbio il modo di incontrare anche i colleghi che lavorano nelle altre sedi HUB in giro per il mondo: è già nella to-do list!
Un libro per la scrivania ed un libro per il comodino: dacci il tuo consiglio!
Sulla scrivania non può mancare “La macchina che ha cambiato il mondo” (J.P. Womak, D.T Jones, D. Roos) che fa riflettere su come una sfida imprenditoriale complessa possa essere letta con occhi nuovi e rivista semplificandola. Sul comodino invece terrei “Cent’anni di solitudine” (Gabriel Garcia Marquez) che ha in comune col libro precedente la complessità, come componente fondamentale e presenza costante nella vita.
Qualunque sia il tuo colore preferito, sappi che da oggi è il verde. Concordi?
Ovviamente si! Dopo l’azzurro del mare, il verde è il colore più presente nei nostri paesaggi, quotidiani, fuori e dentro l’azienda. Il nostro scopo è invertire questa proporzione. Verde HUB in ogni luogo! Che ve ne pare come sogno?